SPERANZA. Mercoledì 10 marzo 2021 farò la FMT con mio figlio tra le 11 e le 12 del mattino. Quel giorno posso “buttarmi via”. La stanchezza prevale. Non arrivo da nessuna parte. Decido di cancellare tutti gli appuntamenti dalla mia agenda e, con una tazza di tè e una coperta, accendo Netflix. Entro la fine del pomeriggio, le 22 pillole sembrano entrare nel mio intestino e iniziare a funzionare. La situazione si alleggerisce, per fortuna. Mi sento già un po’ meglio. Giovedì 11 marzo mi sveglio presto e prima della sveglia. Sono fresca e allegra. Le mie feci sono diverse, più scure, con un odore diverso e leggermente più solide. La giornata trascorre piacevolmente, ma la sera sono di nuovo stanca. Decido di andare a letto presto. Venerdì 12 marzo si ripete la giornata precedente. Sono felice che il fine settimana sia quasi arrivato. Quel giorno vado in bagno due volte. Sembra che si tratti di uno scarico di prodotti di scarto. La cosa notevole è che in quei giorni sono molto allegro. Durante una conversazione con Marco, mi dice che anche il nuovo donatore è molto allegro. Nel pomeriggio vado a prendere mio figlio che ha fatto la FMT a causa del suo morbo di Crohn. La differenza più grande: il suo colorito. Sembrava molto più sano. Non tutti i sintomi sono scomparsi subito, ma per un po’ sì. Lo terrà sotto controllo per un po’ e poi forse farà un’altra dose. Insieme abbiamo trascorso una serata molto piacevole e ci siamo fatti una bella risata. Sabato 13 marzo anche mio figlio, che ha pernottato con noi, ha dormito molto bene. Si sente ancora stanco ma mi aiuta tutto il giorno con il caso. Domenica 14 marzo ho dormito benissimo e le mie feci erano a posto quel giorno. Anche il martedì e il mercoledì successivi. Sono curiosa di conoscere i risultati delle analisi della flora intestinale che ho fatto fare. Tra cinque settimane invierò di nuovo le mie feci e sono molto curiosa di vedere le differenze. Dopo una settimana, mi sento ancora bene dopo la FMT. Anche mio figlio. Il risultato a lungo termine non c’è ancora, è ancora troppo breve, ma c’è speranza. Annelies Goedbloed.